il progetto :: “un metro quadrato di terreno”.
il progetto consiste nel prendere in considerazione un metro quadrato di terreno, i dati
relativi alle osservazioni effettuate risulteranno poi pubblicati su questo sito web
il progetto avrà un suo ulteriore sviluppo attraverso la messa in rete di dati relativi a più metri quadrati di terreno provenienti da diversi luoghi. (1)
un metro quadrato di terreno:
il progetto consiste nell'osservare e studiare, come nella migliore tradizione botanica e sistematica, una zona delimitata di terreno – in questo caso un metro quadrato – annotando in apposite schede le specie vegetali per la sezione “botanica” e/o gli oggetti rinvenuti per la sezione “zone di confine/contaminazioni postculturali”. la sezione cioè che dovrebbe comprendere
tracce antropiche rinvenute in territori di confine tra il naturale e l'antropizzato.
tutto questo materiale pubblicato su di un sito internet potrà dimostrarsi utile per ulteriori ricerche e osservazioni. sarà possibile infatti relazionare, comparare, incrociare i dati raccolti e magari utilizzare criteri differenti (più o meno selettivi in aree più o meno ampie).
queste possibilità esulano però dalle intenzioni di questo progetto che si pone un fine essenzialmente propedeutico.
si tratta cioè di un primo passo a cui ognuno potrà far seguire una riflessione sullo stato del nostro ambiente e la sua biodiversità oppure avanzare ipotesi a partire da alcuni elementi concreti ottenuti attraverso un confronto diretto con ciò che ci circonda.
"un metro quadrato di paradiso": disegno con le specie vegetali riscontrate in 1m x 1m di
terreno all'interno del parco nazionale del gran paradiso.
zone di confine/contaminazioni postculturali
il piacere dell'osservazione diretta.
interazioni: a contatto con /tra “ la prima e seconda natura”
il 2010, anno dedicato alla biodiversità, si era dimostrato un ulteriore stimolo per portare avanti un progetto pensato da tempo...
in un mondo dove tutto o quasi è filtrato e preconfezionato non è infatti così strano immaginare che sia sentita la necessità di un confronto diretto con il mondo che ci circonda. ancor più con un ambiente “naturale” dal quale sempre più persone (volenti o nolenti) si son trovate ad aver preso le distanze. un passo questo che non implica necessariamente la sua completa comprensione - che è un processo estremamente complesso e mai definitivo - ma che potrebbe rappresentare un ulteriore tassello utile in quella direzione oltre che a mantenere vive facoltà umane sovente frustrate.
al di là del piacere dell'osservazione “dal vero”, il contatto diretto con la natura e la conseguente acquisizione di dati relativa ad una specifica area di studio può evidenziare abitudini, condizionamenti, pregiudizi oppure il mimetismo [apparenza] attraverso cui la natura stessa si presenta ad un primo sguardo.
senza per questo pensare di poter trarre conclusioni affrettate o dimenticare che talvolta l'eccezione conferma la regola, è legittimo ipotizzare che un confronto con il mondo circostante
possa rivelarsi un'esperienza coinvolgente, capace di stimolare lo spirito di osservazione e riflessione. si tratta inoltre di una prassi molto comune, perfino inevitabile, data la modalità attraverso la quale prendiamo coscienza delle cose: cioè attraverso un apprendimento progressivo.
il tutto è maggiore della somma delle sue parti.
il limite di un metro quadrato riporta questa esperienza in termini concreti e fattibili (nonostante questo non così scontati e semplici come potrebbe apparire a prima vista) consentendo di superare così
il senso di dispersione che la vastità e varietà della materia o i gravi problemi legati
all'ambiente potrebbero ingenerare. al contrario i dati provenienti da luoghi molto differenti
potranno concorrere alla realizzazione di una specie di ipertesto dove “il tutto
risulterà maggiore della somma delle sue parti”.
ecologia – inquinamento e sconvolgimenti climatici globali
proprio in questi anni abbiamo assistito a innumerevoli disastri ambientali che hanno investito
aree molto lontane tra loro: pakistan, cina, russia, italia, europa del
nord, giappone. lo scioglimento dei ghiacciai è ormai sotto gli occhi di tutti e se da un lato sappiamo
che il volume dell'acqua disciolta dal ghiaccio galleggiante non influisce troppo sul
livello globale delle acque altrettanto non avviene per il ghiaccio di superficie (posto su
terra o roccia). non va dimenticato inoltre che l'acqua rispetto al ghiaccio è molto
più soggetta a movimento (evaporazione, correnti etc...) e rende la situazione meteorologica
più instabile...
ma soprattutto l'evidente scioglimento dei ghiacciai è la conseguenza di un problema più vasto
che riguarda il surriscaldamento terrestre dovuto all'inquinamento e all'immissione in
atmosfera di gas serra (co2).
problemi che dovrebbero comunque essere risolti razionalmente senza cadere in strumentali
catastrofismi utili solo a chi da qualsiasi situazione critica riesce sempre a trarre
vantaggi.
inutile sottolineare che chi si occupa di questo progetto è interessato ai problemi ambientali
già da tempi non sospetti, quando a denunciare o parlare di questi argomenti evidenziando
l'urgenza di provvedimenti da prendersi per tempo si era come minimo additati e guardati con
sospetto.
senza voler cadere in pedanti moralismi è certo che un più equo modello di sviluppo potrebbe
rivelarsi risolutivo. un modello cioè dove le ingiustizie, le estreme sperequazioni e
divisioni di classe del mondo pre e capitalista non renda più necessaria l'aggressiva corsa
al profitto che sovente ha caratterizzato la nostra epoca ... con tutta quella mole esorbitante di
compensazioni consumistiche attualmente in campo.
ma se un cambiamento strutturale appare (almeno dal nostro punto di vista) la scelta migliore,
anche l'impegno quotidiano potrebbe non essere da meno. ed è proprio nel cercare di limitare
per quanto possibile questi danni che un confronto diretto con la natura può rivelarsi
utile.
un'opera collettiva, non gerarchica e abbastanza eco/nomica.
l'idea iniziale è partita da alcune persone attive nel campo dell'arte contemporanea.
si tratta però di un lavoro - da considerarsi collettivo.
questo sia perché sarà il risultato di un lavoro alla cui realizzazione avranno concorso più
persone; sia perché la prassi di per sé non è particolarmente originale. se di originalità si
può parlare questa è data sia dal suo attuarsi e relazionarsi che dai suoi contenuti.
un metro quadrato di terreno.
per realizzare questo progetto il primo passo è quello di scegliere un luogo ed effettuare le osservazioni e
rilevamenti necessari. abbiamo quindi pensato di documentare le nostre osservazioni attraverso
la compilazione di schede che sarà possibile trovar pubblicate sul sito
www.databasebiodiversity.it
note:
1) - il progetto originariamente originariamente presentato al "premio PAV 2011" di torino era stato pensato come aperto a tutti ma da svilupparsi entro un limite di tempo e spazio definiti: un anno e un metro quadrato. (al momento però non è stato realizzato attraverso questa piattaforma interattiva)
alcuni suggerimenti per chi voglia effettuare le osservazioni personalmente:
come fare
progetto: "un metro quadrato di terreno"
www.databasebiodiversity.it